Terra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

foto da www.fondazioneterradotranto.it

 

TERRA

 

Come albero senza radici, piantato mi scorgo, città di Milano.

Così tante mani in questa metropoli stringo. Eppure tra molti rivedo mio volto.

Non mancano amici, compagni, persone, ma un gruppo d'affetti, una casa, una patria che faccia sentire mia linfa vitale.

 

Un quarto di secol separa mio corpo da terra natia.

Le palme, gli ulivi, quel vento sul mare.

Talvolta ritorno, mi affaccio a quei luoghi e sento mio cuore rimasto tra scogli, tra pietre, tra schizzi, tra l'erba, tra i rovi.

 

Intanto mi curo, mi ascolto, ma resta ricordo nostalgico addosso.

Perduto è il lavoro, passate passioni, già resto felice, ancor fortunato se posso gridare che amo, che vivo, che scrivo.

Che gioia se accanto mia sposa, mia bimba. Famiglia sei centro dei miei desideri.

 

Sorrido se penso alle scelte passate.

Considero quelle le sole possibili allora; tornato ora è tempo per mescolar carte?

Occorre rischiare, cambiare, tornare già sopra quei passi, guardando davanti.

 

Mi serve dell'altro.

Fiducia in me stesso, tornare a sperare per essere ancora con gli altri l'ilare, capace d'amare.

Se fosse futuro che affolla la mente?

Ritroverei abbracci o solo altra gente?

 

15 marzo 2016

Fabio

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Commenti: 4
  • #1

    Roberto (venerdì, 10 giugno 2016 10:40)

    Gridalo Fabio che ami, che vivi, che scrivi.

  • #2

    Fabio (venerdì, 10 giugno 2016 11:23)

    Grazie Roberto, buon consiglio: ritornare a gridare...
    un abbraccio!

  • #3

    Livia (lunedì, 13 giugno 2016 11:10)

    mi fai capire qualcosa in più della malattia, Fabio: che in essa c'è un ritorno all'ancestrale, al primitivo che poi non dovremmo mai perdere, andrebbe mantenuta questa fusione con il battito terracqueo anche quando siamo compensati

  • #4

    Fabio (lunedì, 13 giugno 2016 11:31)

    è vero Livia, è un peccato perdere quella connessione col Tutto, quegli "spunti mistici" che si raggiungono in certi momenti. talvolta rimane ben poco di quella creatività, di quell'amore, di quell'armonia...
    ma non dispero di ritrovarli aldilà del disturbo, aldiquà dall'euforia e dagli episodi maniacali.